• Unità Psicologica di strada

    L’unità psicologica di strada, composta dallo Psicologo Fiorinto Scirgalea di Società Dolce e da volontari del Centro Socio Culturale Enrico Giusti, dal mese di settembre a cadenza quindicinale percorre il territorio del Comune di Pianoro con un pulmino dedicato e propone:
    – consigli e informazioni gratuite ai caregivers di persone anziane affette da demenza, al fine di contenere lo stress dovuto a un eccessivo carico assistenziale;
    – iniziative per il tempo libero a favore dei caregivers e a persone affette da demenza.

    INIZIATIVE:
    Martedì 14 settembre 2021 – ore 15,00
    TUTTI INSIEME TANTE MANI
    impariamo a fare la sfoglia e il pane

    Martedì 21 settembre 2021 – ore 15,00
    CAPPELLI
    improvvisazione teatrale con la collaborazione e partecipazione di
    Margherita Ferioli e Andreina Cavazza

    Sabato 9 ottobre 2021 – ore 15,00
    CONCERTO PER VOI
    con la partecipazione del gruppo CRUNCHI BEETH

    Mercoledì 10 novembre 2021 – ore 15,00
    TUTTI CANTANO
    importanza della voce

    Mercoledì 15 dicembre 2021 – ore 12,30
    PRANZO
    il cibo come elemento di aggregazione e condivisione

    Dal mese di ottobre 2021 una giornata al mese sarà dedicata ad incontri di rielaborazione dei vissuti della pandemia. Le giornate saranno comunicate nel corso delle iniziative sopra descritte.

    Tutte le iniziative sono realizzate presso il CENTRO SOCIO-RICREATIVO ENRICO GIUSTI in via Matteotti 4, Pianoro (BO)
    Guarda il volantino

  • Gita al lago di Suviana

    Che fosse una gita speciale lo abbiamo capito subito…
    Tutti pronti dalla prima mattina e nessuno ha cambiato idea last minute.
    Due furgoni sembravano anche pochi per contenere entusiasmi e voglia di evadere dalla routine e col nostro carico di splendente umanità, ci siamo avviati, ovviamente in ritardo sulla tabella di marcia, ma quelli per noi sono solo dettagli trascurabili.
    Una strada dritta e a tratti tortuosa ci ha portati a destinazione tra chiacchiere, risate e un panorama mozzafiato che faceva capolino con una luce sempre diversa, a seconda delle intenzioni di un sole pigrone.
    Tutti insieme (quasi 20) abbiamo scaricato bagagli e viveri, pronti ad una grigliata all’aria aperta e come sfondo il lago, quieto e trasparente.

    L’imprevisto inatteso delle griglie non utilizzabili e la sorpresa dell’immensa generosità di altri gitanti che hanno pensato bene di regalarci una giornata indimenticabile, grigliando loro la carne per tutti.
    Un lauto pranzo molto gradito, condiviso insieme, fuori dall’ordinarietà delle nostre vite quotidiane e per questo dal sapore del tutto diverso, con la sensazione di vivere una dimensione oltre ogni inquietudine.
    La generosità e la sua forza moltiplicatrice sono stati il filo rosso di tutta una giornata, in cui la disponibilità umana si è presentata con la sua energia impetuosa e improvvisa, ricordandoci che oggi si prende ma domani si dà, in un circuito essenziale di reciprocità e di gratitudine.
    Giornata scandita anche da partite a briscola con un mazzo di carte rabberciato, bagno al lago o gavettoni per i più indecisi, cocomero extra large, passeggiate o semplice desiderio di contemplazione, nella serenità sprigionata dalla natura intorno.

    “Tornerei anche domani” dice Stefano, mentre Caterina è la prima volta che vede un lago e “di certo non farò il bagno perché ho paura” afferma poi, mentre Abdeljalil dice che “è stato un modo per dimenticare i pensieri negativi”.
    Sicuramente è stato un momento di condivisione reale, ciascuno con la propria energia e fragilità, a ricordare che evadere dai recinti quotidiani deve essere un piacevole imperativo.

    Equipe
    Centro di Accoglienza Beltrame-Sabatucci
  • Lontano da dove?

    La drammatica immagine degli Afgani che si aggrappano ai carrelli degli aerei per fuggire dai Talebani per poi cadere al suolo in fase di decollo rimarrà a lungo impressa nelle nostre menti. Quando non si possiede più nulla non si ha più niente da perdere. E’ così: la forza della disperazione porta le persone a rischiare il tutto per il tutto. Questi fatti fanno riflettere molto…

    In questo mondo pieno di guerre, calamità e povertà milioni di persone fuggono, in un continuo esodo, alla ricerca di condizioni migliori di vita, di circostanze più favorevoli o almeno di una tregua dalle proprie sofferenze. Non ci sono solo adulti ma anche tanti ragazzi. Quest’estate quest’emergenza è aumentata molto. Asp Città di Bologna ha così chiesto al Corsorzio Arcolaio (e quindi a Società Dolce) di aprire una Struttura di Emergenza. Si è risposto rapidamente attivando un Servizio in Val Samoggia (Bo); dove prima c’era un “Bed and Breakfast”.

    Vi vengono accolti 18 minori di varie nazionalità. Lo scopo è quello di favorire un percorso d’inclusione sociale, culturale e linguistica, con molta attenzione verso i più vulnerabili. L’equipe educativa ha iniziato a relazionarsi creando un clima di fiducia e di serenità. E’ stato attivato un corso d’italiano per l’apprendimento della nostra lingua. Questo è un luogo di primo approccio per poi orientarli in strutture specializzate.

    Ma chi sono questi ragazzi? Da dove vengono? E cosa sognano?

    Facciamoci raccontare da loro le loro storie: Kenan (nome di fantasia) è un adolescente dall’aria sbarazzina, con due occhi sempre sorridenti che trasmettono tenerezza, ma la sua odissea verso l’Europa è stata molto travagliata. Lui viene dalla Somalia, da 30 anni una terra di nessuno in preda a bande armate, conflitti politici, religiosi ed etnici, epidemie e carestie, in pratica un inferno. Kenan è partito dal suo paese infelice prima dei 16 anni, con pochi amici e la speranza di arrivare in Europa. In un anno, dopo aver attraversato Etiopia e Sudan, rischiando di morire di sete nel deserto giunge in Libia. Un amico muore e gli altri li perde di vista. In Libia finisce per sei mesi in uno dei famigerati campi di raccolta dove è schiavizzato da una banda criminale. Così “paga” la sua traversata su un barcone verso la Sicilia, finisce in un centro da cui fugge, e saltando da un treno all’altro, raggiunge Bologna e si presenta dalla polizia perchè qualcuno gli aveva detto che questa è una città accogliente. Quando gli si chiede qual è il suo sogno risponde: “andare a scuola e lavorare” sfoderando uno dei suoi sorrisi disarmanti, con tutta la leggerezza dei suoi 17 anni.

    Adebin (nome di fantasia) è un ragazzo che viveva in Albania in un villaggio sperduto di montagna dove la gente vive di pastorizia e agricoltura di sussistenza. Quando si riesce ad avere un lavoro vero e proprio si guadagnano al massimo 200 euro al mese. Adebin ha visto ritornare in vacanza al suo villaggio alcuni compaesani emigrati in Italia da anni che sfoggiavano il benessere raggiunto a parenti ed amici. Allora, insieme ad alcuni suoi coetanei ha deciso anche lui di tentare la fortuna. Si è organizzato ed è partito. Sapeva già che da minorenne avrebbe avuto dei vantaggi. Ha risalito i Balcani in autostop e bus. Ha raggiunto il confine italiano nel periodo estivo quando i controlli sono più allentati per via delle vacanze. Poi ha raggiunto Bologna e si è presentato alla Polizia. E’ stato inserito nella Struttura e adesso spera di trovare qui quello che nel suo villaggio non poteva avere: un’istruzione che gli permetta una vita diversa, che è il motivo principale per cui la gente emigra da secoli.

    Se guardiamo…

    Se guardiamo noi stessi e/o chi ci circonda sicuramente troviamo sempre gente “di fuori”. Siamo tutti migranti o discendenti di migranti. Oppure lo sono quelli vicini a noi. Questo costante movimento di persone, questo flusso continuo di gente che scorre nelle vene del mondo non si può fermare, forse quello che si può fare è canalizzarlo, convogliarlo verso il meglio. Ed è quello che stiamo cercando di fare nel nostro piccolo, in questa città, in questa struttura.

  • PROGETTO HABITART

    L’utilizzo dell’arte come strumento di relazione e rielaborazione dell’esperienza si trova in moltissimi servizi dedicati alla persona ma la presenza di questa strategia d’intervento all’interno dei contesti di accoglienza non risuona tanto quanto in altri ambiti.
    Con questa riflessione, abbiamo voluto riappropriarci della manualità artistica, all’interno di un progetto dedicato a donne migranti con vulnerabilità, per riuscire a creare uno spazio d’incontro e convivialità. Proprio in questa attività la condivisione della presenza nel “qui e ora” ha creato un momento unico nel suo genere dove individuo e gruppo si sono uniti in sinergia, centrando di nuovo l’attenzione su ciò che nella quotidianità spesso sfugge: la relazione nel presente. Come sottofondo musica, silenzio, risate, una colonna sonora di condivisione e diversità. Guardando il salotto della casa con i quadri appesi si percepisce il senso e l’importanza del lasciare delle tracce, tracce che raccontano storie di vita e frammenti d’intimità. L’arte che unisce nella bellezza degli incontri che ci ricordano l’importanza di esserci, delle attività che svolgiamo e dei servizi alla persona.
  • Ortoterapia nei centri diurni per anziani

    L’ortoterapia è una terapia occupazionale che consiste nell’utilizzo del giardinaggio come vera e propria terapia: è ampiamente dimostrato infatti che prendersi cura di un orto o di un giardino produce molti benefici a livello psicofisico.
    L’ortoterapia è stata formalizzata da Hank Bruce in “Gardens for the Senses, Gardening as Therapy“(2013), che ha raccolto le tecniche note del giardinaggio per adattarle in contesti di cura e terapia con particolare attenzione alla sicurezza, la stimolazione continua dei sensi e la condivisione di spazi e attività; è inoltre adatta a tutti, adulti, bambini, persone con disabilità e anziani.

    Prendersi cura della terra, entrare in con-tatto con la natura, sono ottimi rimedi per contrastare lo stress, ma anche validi alleati nella cura di patologie più gravi, come depressione e demenza, soprattutto in questo difficile periodo di distanziamento fisico e sociale.
    Per questo, presso i centri diurni anziani gestiti da Società Dolce “Il Melograno” (Bologna) e “Bice Leoni” (Parma), sono stati stato attivati due differenti progetti di ortoterapia.

    Il progetto del centro “Il Melograno”, supervisionato dal neuropsicologo dott. Marco Lorusso, permette agli ospiti di prendersi cura delle piante del giardino e di condividere un’esperienza ricca di stimoli dal punto di vista cognitivo, fisico, psicologico e sociale.
    Il progetto del centro “Bice Leoni”, invece, è stato organizzato dalla coordinatrice del servizio Silvia Sturma con la partecipazione di ospiti e staff: insieme, hanno creato un “percorso aromatico”, con tante piante aromatiche di cui gli ospiti si prendono personalmente cura.
    Svolgere questo tipo di attività aiuta le persone a migliorare l’umore, la motricità e la socializzazione: stimola processi multisensoriali e incrementa le capacità cognitive, come l’apprendimento e la memoria.
    Tutte le attività sono svolte nel rispetto dei  protocolli di sicurezza per la prevenzione della diffusione del virus COVID-19 e per la graduale riattivazione delle attività socio riabilitative e socio educative erogate presso i centri diurni.

    Gli staff dei centri diurni per anziani “Il Melograno” e “Bice Leoni”

  • Ricerca Casa. Dove andare per…

    C’è chi studia all’università più antica d’Europa, chi lavora per un’azienda del territorio, chi ha iniziato una nuova vita nella nostra città. Sono il volto più giovane di Bologna. Ragazze e ragazzi che condividono cultura, attitudini, consumi… E un problema: la casa.
    Il mercato immobiliare oggi non offre soluzioni a portata degli studenti fuorisede e dei lavoratori più giovani. E soprattutto non è abbastanza accessibile ai giovani migranti che, una volta usciti dai percorsi di accoglienza per Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA), non possono continuare il loro percorso di formazione e inclusione sociale.

    Proprio per far fronte a questa difficoltà, nell’ambito del progetto Fami Root, è stata realizzata una mappa della Città di Bologna per orientarsi al meglio nel ventaglio di servizi abitativi pubblici e privati di riferimento sul territorio per neomaggiorenni, ex Minori Stranieri Non Accompagnati in uscita da progetti di accoglienza.

  • Dove eravamo rimasti? Ripartire da una Festa

    Sabato 10 luglio al parco Lunetta Gamberini ha avuto luogo la Festa di Quartiere: “Ritroviamoci al Lunetta”, evento finanziato attraverso un patto di collaborazione tra l‘associazione Naufragi e il Q.re Santo Stefano del Comune di Bologna, che ne hanno dato il patrocinio assieme ad ASP Città di Bologna.

    Considerando che era un sabato estivo, con una temperatura torrida che ha portato molti bolognesi a rinfrescarsi al mare o in montagna, non sono state poche le persone intervenute a godersi gli spettacoli che sono stati qui allestiti. Diverse le famiglie con bambini che si sono divertiti con le marionette e i burattini del Teatrino dell’Es. Presenti inoltre varie bancarelle del mercatino del riuso che offrivano oggettistica, giochi e libri usati. La Scuola di musica Impullitti ha proposto momenti di ascolto musicale e ha permesso a molti bambini e bambine di provare diversi strumenti musicali e di cimentarsi nel canto.

    Piacevoli “pillole“ teatrali sono state messe in scena da due bravissimi attori della Compagnia Streben. Sono state lette poesie da Marcello Camilli, accompagnate dal dalla chitarra dall’amico Mauro D.,  che poi ha cantato anche canzoni in bolognese. Non sono mancati i giochi da tavolo dell’associazione Golem’s Lab, che hanno intrattenuto grandi e piccini. A sorpresa c’è stato un gran finale con due esibizioni di danza del ventre della ballerina iraniana Elie Elnaz dell’associazione Oli Tango.

    In conclusione questa è stata una festa ben riuscita, anche grazie all’organizzazione  logistica del Laboratorio E20 di Società Dolce e delle associazioni Il Tuo Amico Portiere, che ha raccolto le prenotazioni dei banchetti del mercatino, e AISA, instancabile e affidabile servizio di sicurezza. Il Centro Sociale Lunetta Gamberini ha poi dato un tocco di qualità culinaria tipica delle feste di quartiere offrendo crescentine, salumi e bevande, con il supporto di N., ospite della struttura Madre Teresa di Calcutta e ottima cuoca. L’appuntamento è ai prossimi eventi che sono previsti per settembre e ottobre.

    Questa festa è l’inaugurazione di un nuovo ciclo di momenti condivisi il cui intento è attivare risorse positive che possano contribuire a migliorare lo spazio in cui viviamo incontrando abitanti, gruppi, artisti, associazioni, iniziative individuali, attività commerciali, servizi e progetti preziosi e attivi, per proporre bellezza, innovazione e nuove narrazioni di un contesto in continuo movimento.  Ritornare alla normalità con una giornata di festa all’aperto, all’insegna dell’arte, del gioco, del cibo e della musica, in cui tutti possano divertirsi, riflettere, conoscere, stare insieme e dare il proprio contributo di idee per produrre nuove trasformazioni.

  • Che bella estate ragazzi!

    La collaborazione tra la struttura Madre Teresa di Calcutta – Centro di Accoglienza Abitativa per donne dai 18 ai 65 anni – e la parrocchia Santa Maria di Fossolo (Bologna) è  avviata e collaudata da tempo. Questa  piacevole sinergia produce spesso buoni frutti, uno di questi risultati è la realizzazione di Estate Ragazzi 2021 all’interno della struttura.
    Tutti i giorni alcune signore che risiedono nella comunità residenziale vanno in parrocchia dove, assieme ai volontari che si trovano lì, preparano e distribuiscono il pranzo ai bambini , dopo il quale, con gli animatori, li accompagnano alla struttura MTC. Qui, in giardino, vengono organizzati momenti di svago e divertimento di vario tipo: si gioca, si disegna, si seminano le piantine nei vasi da portare alle mamme, si dipingono i sassi del fiume, si colorano magliette, si  decorano oggetti con le conchiglie, si inventano disegni coi tappi. Il tempo passa in allegria. Ci sono attività molto educative come andare nell’orto e aiutare le signore  a curare le piante e i fiori. Un modo di imparare divertendosi che piace molto ai bambini. E che da anche una forte carica di autostima alle ospiti del Centro, che si sentono così gratificate.
    Tutto questo lavoro è sorretto e facilitato da un gruppo di educatrici entusiaste e capaci. Un segno di una buona ripartenza, tenendo conto del fatto che la scuola quest’anno passato, ha dovuto limitare molto i bambini, per ovvi motivi. Quindi è proprio il caso di  dire ” Che bella estate ragazzi!”

  • Lo psicologo in “comune”

    La situazione di emergenza che stiamo vivendo ha  creato una condizione di elevata emotività che nelle residenze per anziani riguarda non solo gli ospiti, ma anche il personale tutto.
    A tal proposto la coordinatrice del nucleo comunale di Molinella Alessandra Pasetti ha fortemente voluto attivare un percorso psicologico già sperimentato nel nucleo accreditato nella CRA Nevio Fabbri.
    Il progetto condotto dello psicologo di area della Cooperativa Sociale Società Dolce  dott. Fiorinto Scirgalea mira ad una decompressione/stabilizzazione emotiva da operare in gruppo con cadenza mensile di un ora e mezza con l’obiettivo di fornire strumenti emotivi al fine di incrementare la resistenza allo stress e la resilienza personale, migliorare le capacità relazionali all’interno del gruppo, migliorare la comunicazione, integrare e far migliorare la collaborazione tra le diverse figure stimolando il confronto, favorendo così una presa di coscienza.
  • Percorso di accoglienza e orientamento integrato Scuola Formazione Territorio

    Si è concluso il percorso di accoglienza e orientamento integrato scuola, formazione e territorio (PIAFST) organizzato dal centro di formazione professionale OPIMM di Bologna e l’istituto superiore Giordano Bruno.
    Il progetto si è svolto presso il nucleo accreditato della CRA Nevio Fabbri di Molinella gestita della Cooperativa Sociale Società Dolce.
    Francesco ha iniziato il suo percorso a novembre 2019 con la supervisione e il supporto del coordinatore di struttura e lo staff, ma si è interrotto nel febbraio 2020 a causa della pandemia.
    Le giornate di Francesco nella struttura (dalle ore 9:00 alle 12:30) erano caratterizzate dallo scrivere al PC il menu della struttura del giorno dopo con le immagini, ordinazione e archiviazione delle bolle di consegna e altre piccole attività.
    Francesco, appena vi è stata l’apertura delle strutture, ha voluto concludere la sua esperienza e lo ha fatto con un intervista allo psicologo FIORINTO SCIRGALEA e  alla RAA SIMONETTA ORSONI, con l’auspicio di un presto ritorno alla vita quotidiana.