Mese: Novembre 2021
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Giornata Internazionale per i Diritti dell’Infanzia a San Giorgio Bigarello
In occasione della Giornata Internazionale per i Diritti dell’Infanzia, che si celebra ogni anno il 20 novembre, l’Amministrazione comunale di San Giorgio Bigarello (MN) in collaborazione con il Centro per le famiglie – Distretto di Mantova e UNICEF Italia ha coinvolto gli Asili Nido del territorio e le Scuole dell’Infanzia per rendere protagonisti di questo evento i “concittadini più piccoli”.In tutti i Nidi e Scuole dell’Infanzia è stata fatta pervenire una coppia di “Pigotte”, bambole simbolo dell’Unicef.Questo piccolo segno attiverà degli interventi salvavita (cicli di vaccinazione, fornitura di alimenti terapeutici, fornitura di acqua pulita, sostegno all’istruzione); le Pigotte, inoltre, offriranno uno spunto per stimolare i bambini sul tema dei diritti.Parallelamente é stata elaborata una serie di iniziative legate alla Giornata per i Diritti dell’Infanzia. Tra queste attività laboratoriali per i bambini delle scuole dell’Infanzia e dei Nidi coinvolti per la realizzazione di altre Pigotte tramite l’utilizzo di una sagoma messa a disposizione da Unicef. Al termine delle attività, le strutture educative coinvolte nell’iniziativa, saranno chiamate ad esporre le Pigotte realizzate, al fine di rendere partecipe anche la comunità locale di quanto elaborato. A questi laboratori hanno partecipato con grande entusiasmo i bimbi di nidi di infanzia Il Girotondo e La Nave dei Bimbi, entrambi gestiti da Società Dolce.
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Intervista a Paolo Brentel
A seguito della mostra di Paolo Brentel, noto architetto, presso Residenza al Parco di Galzignano Terme (PD) lo scorso 14 ottobre 2021, Fiorinto Scirgalea – psicologo dell’area socio sanitaria della cooperativa sociale Società Dolce – ha voluto intervistare l’autore.
Chi è Paolo?
Paolo Brentel nasce a Salboro (Pd) nel 1947. Dopo la scuola per geometri e il liceo artistico frequentato a Venezia, si laurea in Architettura nel capoluogo veneto con 110 e lode, sotto la guida del prof. Carlo Scarpa. Sposato, padre di due figli e nonno.Come nasce l’idea della pittura?
L’idea della pittura – racconta Paolo con un timido sorriso – nasce dall’incontro con Dolores Grigolon, maestra di figura al liceo artistico di Venezia, che mi ha incoraggiato. Durante la mia esperienza professionale ho fatto molti lavori tra disegni e sculture.
Nel 2020, all’arrivo a Residenza al Parco, ho ripreso a dipingere perché con la pittura alleno la mente, mi aiuta a controllare, a non perdermi, ma soprattutto mi dà positività.Perché Brentel 14?
14 è il numero della mia stanza, è un bel numero (7+7) – dice Paolo con un sorriso che illumina il volto e riprende in mano il suo pennello e continua a dipingere.Paolo mi ha voluto regalare un suo quadro consegnato dalla neo coordinatrice Elena Ceccarello.
“farfalle in città”
La farfalla non vive per cibarsi e invecchiare,
vive solamente per amare e concepire.
E’ un simbolo dell’anima.
Hermann HesseIl simbolo della farfalla mette in evidenza aspetti sottili ed elevati dell’uomo.
La Farfalla da tempi molto lontani ed in culture diverse, è spesso stato associato alla trasformazione interiore.
Il Bruco che diventa Farfalla, come la voglia di cambiare e trasformarci per meglio adattarci ai contesti e alle situazioni in tutta la nostra interezza con grande pienezza.Fiorinto Scirgalea
Psicologo, Staff area socio Sanitaria – Società Dolce
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Il conforto della Madonnina
Alla RSA “Casa degli Etruschi” di Marzabotto, gli ospiti avevano un desiderio: far benedire la statua della Madonna collocata nel parco della struttura. Come già accaduto in altre circostanze, tutto il paese si è mobilitato affinché gli anziani potessero avere un luogo di prossimità in cui pregare, in una normalità difficile da ritrovare, dove ancora gli spostamenti sono limitati. Tra le associazioni che maggiormente hanno contribuito al risultato, ricordiamo “Gli amici del Ciccio” e l’associazione di Pian di Venola “Mano tesa”. Un ringraziamento speciale va alle Onoranze Funebri di Sasso Marconi “Armaroli”, donatori della statua. Alla presenza di don Gianluca Busi, della sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi e dell’assessora comunale Simona Benassi, la Madonnina ha ricevuto la benedizione, pronta a dare conforto agli ospiti.
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Proseguono gli appuntamenti pianoresi dell’Unità Psicologica di Strada
Continuano gli appuntamenti pianoresi dell’Unità Psicologica di Strada, iniziativa, organizzata da Società Dolce e il centro socio culturale Giusti, che prevede una serie di incontri con lo psicologo della cooperativa, Fiorinto Scirgalea, Andreina Cavazza, coordinatrice del Centro Giusti, e i volontari del centro, i quali percorrono il territorio del Comune di Pianoro con un pulmino, offrendo informazioni e sostegno psicologico ai caregiver di persone anziane affette da demenza, oltre a diverse attività dedicate al tempo libero.
Focus di questo quarto appuntamento, tenutosi mercoledì 10 novembre, la “VOCE”, veicolo importante non solo di informazioni, ma anche di emozioni, soprattutto nel contesto storico attuale, in cui la nostra comunicazione è principalmente basata sul contatto vocale piuttosto che su quello fisico.
“La voce”, afferma Roy Hart, “è il muscolo dell’anima”: quando parliamo, regoliamo la nostra voce non solo in relazione a condizioni oggettive (es. distanza dal nostro ascoltatore), ma anche in base alle emozioni del momento.
La voce è espressione di sé e ascoltare bene quella degli altri, può aiutarci a comprendere molte cose, come è stato fatto dai partecipanti di questo incontro che, guidati dallo psicologo Scirgalea e da Cavazza, hanno potuto condividere un momento di ascolto, confronto, aggregazione e inclusione sociale.Mercoledì 15 dicembre alle ore 12.30, si svolgerà l’evento conclusivo dell’unità psicologica di strada che riguarderà il “CIBO” come elemento di aggregazione e condivisione. Non solo. L’evento sarà anche un’occasione per confrontarsi sugli esiti di questo progetto con la Sindaca di Pianoro, Franca Filippini e la responsabile del servizio di Società Dolce, Sara Saltarelli: prevista anche la presenza di un rappresentante della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, che ha sostenuto il progetto.
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Inaugurazione nido d’infanzia “Piccolo Nido”
20 NOVEMBRE 2021 ore 10.00
Giornata Internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenzaInaugurazione nido d’infanzia “PICCOLO NIDO”
via Grazia Deledda 8 – Villanova di Castenaso (BO)Dopo il taglio del nastro, seguiranno laboratori espressivi e sensoriali, tenuti dalle educatrici delle sezioni Pulcini ed Elefanti e riservati ai bambini frequentanti.
Piccolo Nido è il nuovo nido del Comune di Castenaso, a gestione diretta, ospita due sezioni da 16 bambini ciascuna, per un totale di 32 posti.
I servizi ausiliari sono gestiti da Cooperativa Sociale Società Dolce.
In relazione alle normative Covid-19, l’ingresso all’interno dei locali sarà contingentato e subordinato per gli adulti alla verifica del Green Pass.
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Ciabatte Rosse
In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza di genere, giovedì 25 novembre, l’Associazione Giovani nel Tempo organizza l’incontro “Ciabatte Rosse”, che si terrà presso la Casa di Quartiere “Lunetta Gamberini” alle ore 15.
Obiettivo dell’incontro è informare e sensibilizzare i partecipanti su una “violenza di genere” ampiamente sottovalutata, ovvero quella perpetrata attraverso i farmaci sulle donne anziane. Il relatore dell’evento sarà il dott. Ferdinando Schiavo, “onesto artigiano della neurologia e della neurologia dei vecchi” – come ama definirsi – e autore del libro “Malati per forza”, dove evidenzia appunto la necessità di una medicina maggiormente improntata all’ascolto e alla relazione medico-paziente.Assistiamo, il progetto di assistenza e riabilitazione a domicilio di Società Dolce, che da sempre promuove nelle sue attività la centralità della relazione di cura tra professionista e paziente, ha deciso di sostenere l’evento “Ciabatte Rosse” per sensibilizzare e informare la cittadinanza sul tema trattato.
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La perdita del “touch”: la pandemia in Hospice
Riflessione del Dott. Andrea Milani,
Direttore sanitario Hospice “Villa Adalgisa” – RavennaHo scelto di fare il Palliativista in Hospice perché credo che, per quanto sia difficile affrontare quotidianamente la sofferenza legata a patologie inguaribili, vi sia un ampio spazio per lavorare, assieme al malato ed ai suoi familiari, sulla qualità di vita in quelle che spesso sono le ultime curve della vita stessa.
Un vero lavoro di equipe, che comprende professionisti diversi tra loro (medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti, OSS) ma il cui obiettivo comune è affinare le proprie competenze sul campo per garantire la miglior presa in carico globale del paziente con malattia avanzata.
Un lavoro dove la clinica è sempre rilevante, ma dove spesso a fare la differenza non è l’auscultazione o l’esame obiettivo, ma il tempo che il professionista dedica all’ascolto, al supporto, all’accoglienza dei vissuti e delle sofferenze del paziente e dei suoi familiari.
Dalla primavera del 2020, quando il ciclone della pandemia da SARS CoV-2 si è abbattuto sulle nostre esistenze, il nostro lavoro è stato drasticamente stravolto in tutte le sue componenti, prima su tutte quella del contatto, di quello che noi definiamo “touch”: all’improvviso, il concetto di distanza ha preso piede, allontanando i nostri volti, le nostre mani, nascondendo i nostri sorrisi dietro ad una mascherina, impedendoci di sederci al fianco del paziente per far sentire in maniera più avvolgente la nostra presenza, il nostro “Io sono qui, come posso aiutarti?”.
All’interno della struttura ho visto nascere le più improbabili amicizie, tra pazienti infinitamente diversi tra loro, che avevano trovato nella condivisione della sofferenza la possibilità di aiutarsi l’uno con l’altro; ho assistito a feste di compleanno con un sacco di invitati, a matrimoni celebrati per coronare amori di una vita, ancora più emozionanti pensando che quel “per sempre” potesse essere anche solo qualche giorno o settimana; ho visto meraviglie a quattro zampe donare conforto e sollievo dove l’umano non era mai riuscito…tutto questo ci è stato tolto all’improvviso, la tisaneria è diventata unicamente un luogo di passaggio, così come i corridoi e le altre zone comuni dell’hospice.
E poi ci sono i familiari, le persone che assieme al paziente portano il fardello della sofferenza, e che si sono ritrovati a subire la più amara delle ingiustizie, quella di non poter assistere (o di poterlo fare solo parzialmente) il proprio caro, di essere aggiornate telefonicamente, di vedere un padre, una madre, un fratello, una nonna, dallo schermo di un telefono, senza nemmeno la possibilità di una carezza…posso sinceramente dire che, durante le fasi peggiori della pandemia, trovavo nel giro di telefonate ai familiari il momento peggiore della mia giornata lavorativa: abituato a guardare le persone in faccia per cercare di percepire le loro sensazioni, il non vedere i loro volti mi mandava costantemente a casa col dubbio su quanto avessero compreso.
E’ stata durissima, lo è tutt’ora, siamo tutti consci che questa situazione ci accompagnerà ancora per un po’ di tempo; lo affronteremo come abbiamo fatto finora, come una squadra unita, forte, pronta a sostenere chi per un attimo rimane indietro, con l’obiettivo di fornire sempre la migliore assistenza possibile a chi soffre, sperando quanto prima di riuscire a tornare ad aprire le porte dell’Hospice a tutti i visitatori, a festeggiare compleanni insieme, ad abbracciare e sostenere chiunque ne abbia bisogno, anche solo per un attimo.(photo @freepik)
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MARAMEO
Il Nido d’infanzia “Marameo” è un servizio educativo che accoglie bambini e bambine dai 3 ai 36 mesi d’età.
La struttura è stata progettata e costruita dal Consorzio Karabak Quattro secondo criteri costruttivi all’avanguardia, con materiali ad alta compatibilità ambientale e in base ad un progetto architettonico ideato sulle esigenze educative dei bambini. Società Dolce ne propone una gestione flessibile e orientata alla soddisfazione delle esigenze delle famiglie e al rispetto dei bisogni dei bambini con un progetto pedagogico e una apertura annua in linea con le disposizioni previste nei nidi d’infanzia Comunali oltre ad una serie di servizi aggiuntivi e integrativi.
CONTATTI:
051 6441211 | 337 1177466 (dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 17:30)
[email protected]
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Una sala in memoria di Mirco Coffari
A meno di un anno dalla scomparsa di Mirco Coffari, gli amici e i colleghi lo ricordano.
Infermiere e responsabile dell’assistenza ai pazienti dell’hospice “Villa Adalgisa” di Ravenna, per la cooperativa sociale Società Dolce, Mirco l’inverno scorso si ammalò e a soli 58 anni perse la sua battaglia contro il Covid, lasciando tutti nell’incredulità e nello sgomento.
“Una perdita enorme – ha detto Pietro Segata, presidente della cooperativa – in una realtà dove spesso la cura non basta più. E Mirco sapeva aggiungere una parte quantomai necessaria: l’umanità, la vicinanza, l’accompagnamento ai pazienti e alle loro famiglie.”Un valore aggiunto che va ricordato e trasmesso ai giovani sanitari che iniziano il loro percorso professionale, ma anche a coloro che dopo anni di lavoro, rischiano di dimenticarsene: “La formazione di un operatore dell’hospice è sempre in itinere – ha spiegato Stella Coppola, responsabile del servizio – e oltre alle nozioni dobbiamo diffondere gli importanti valori che Mirco diffondeva. Per questo abbiamo deciso d’intitolargli la nostra sala di formazione.” Una sala capiente, luminosa e accogliente, dove Coffari ha messo più volte a disposizione la sua esperienza per chi vi seguiva i corsi.
Poche le presenze, per evitare assembramenti rischiosi, ma rappresentative di tutta la città: da Roberta Mazzoni, direttore del Distretto sociosanitario di Ravenna, a Sara Ori, direttore sanitario di Villa Adalgisa, dal vescovo Lorenzo Ghizzoni, a Stefano Tamberi, direttore del reparto di Oncologia di Ravenna, da Gianandrea Baroncini, assessore ai Servizi sociali del Comune di Ravenna, presente con Daniele Perini della Provincia e Marco Montanari, consigliere comunale, fino a Coppola e Segata. Non a piangere un amico, ma a farlo conoscere a chi non l’ha incontrato e ne potrà portare avanti il prezioso lavoro di cura e accoglienza.