• Percorso Formativo per operatori del settore Fragilità di Società Dolce

    Nell’ambito del Laboratorio Fragilità è stata pensata una formazione specifica rivolta agli operatori del settore Fragilità di Società Dolce.
    Il percorso formativo intende analizzare la trasformazione della famiglia nella migrazione e approfondire i rapporti tra questa e i servizi, a partire da una prospettiva antropologica ed etnopsichiatrica. La metodologia usata favorirà anche momenti interattivi, visione di materiale video-etnografico e letture di articoli:

    Percorso Formativo online
    FARE FAMIGLIA NELLA MIGRAZIONE: SFIDE E DILEMMI DI UN COMPITO “IMPOSSIBILE”
    A cura della prof.ssa Simona Taliani, docente di Antropologa all’Università di Torino e psicologa presso il Centro Frantz Fanon

    La migrazione e l’esperienza dei rifugiati sono da anni al cuore del dibattito delle scienze sociali, ma al di là delle dinamiche ambientali o economiche, delle guerre che ne sono all’origine e degli sviluppi accademici che ne  hanno scolpito i contorni (Refugee Studies, Ethnic and Migration Studies ecc.), essa è soprattutto un campo di incessanti conflitti morali e politico-epistemologici, dove continuano a scontrarsi categorie giuridiche,  diagnostiche, amministrative.
    Per leggere processi complessi e per rispondere efficacemente alla domanda di aiuto che sorge da questi territori di abbandono e dai soggetti che li abitano, è necessario far tacere le litanie di un’oggettività che si rovescia  sempre e soprattutto contro gli immigrati e riconoscere le infinite strategie di resistenza degli esclusi, soprattutto quando sono incarnati dai corpi di madri e padri alle prese con le istituzioni deputate alla tutela del minore.
    Il percorso formativo intende analizzare la trasformazione della famiglia nella migrazione e approfondire i rapporti tra questa e i servizi, a partire da una prospettiva antropologica ed etnopsichiatrica. La metodologia usata  favorirà anche momenti interattivi, visione di materiale video-etnografico e letture di articoli.

    CALENDARIO APPUNTAMENTI
    – Mercoledì 19 maggio 2021, ore 9-12
    Fare famiglia a distanza: diventare genitori nella migrazione

    – Mercoledì 26 maggio 2021, ore 9-12
    Una generazione alla seconda: il delicato equilibrio tra genitori e figli nella migrazione

    – Mercoledì 9 giugno 2021, ore 10-12
    Case Study | Archivio dei bambini perduti: famiglie immigrate e istituzioni deputate alla tutela del minore

  • I cuscini sensoriali come elementi di stimolazione cognitiva

    Il Servizio Psicologico ed Educativo di Residenza al Parco ha ideato e promosso una nuova iniziativa rivolta agli ospiti con declino cognitivo avanzato che necessitano di nuovi strumenti in grado di rispondere ai loro bisogni. Da qui nasce l’idea di creare i “cuscini sensoriali”, ispirati alla metodologia montessoriana di stimolazione multisensoriale. Si tratta apparentemente di semplici cuscini ai quali sono stati applicati i cosiddetti “elementi di stimolazione” (es. cerniere, chiavi, bottoni e lacci) che fanno parte della storia e dei vissuti personali della quotidianità di una persona e sono in grado di favorire il processo mnesico della reminiscenza. In particolare vengono rinforzate le abilità cognitive e motorie fini, attraverso diversi colori, odori e funzioni di prensilità. Grazie a questi innovativi cuscini è possibile rispondere ad alcune difficoltà comportamentali, che spesso gli ospiti in struttura fanno fatica a sfogare, come l’affaccendamento (toccare oggetti in modo casuale nell’ambiente).
    Tale iniziativa è stata accolta con favore ed entusiasmo anche da parte dei familiari che hanno contribuito attivamente nella realizzazione degli stessi. I cuscini rappresentano un ausilio nella terapia non farmacologica. Usati in autonomia, ma sotto la supervisione di un operatore specializzato; contribuiscono a migliorare il benessere psico-cognitivo degli ospiti.

    “Quando ho letto uno dei progetti che la struttura vorrebbe realizzare, cioè dei cuscini terapeutici per malati di Alzheimer, la mia mente è partita in quarta. Sono andata a visitare il link e ho cominciato a cercare materiale simile che avevo in casa. Ho tagliato la stoffa, posizionato gli oggetti e cuciti come la fantasia mi ispirava. Il risultato mi è piaciuto e ne ho fatti 3, uno diverso dall’altro. Poi copiando dal link ho fatto diversi cuscinetti più piccoli con diverse stoffe e contenuti. Spero tanto che siano utili ai nostri familiari, li ho fatti pensando a loro con tanto affetto e amore.”
    Gabriella, familiare

  • La mortalità generale nella Città Metropolitana di Bologna e nel comune capoluogo nel 2020 e a gennaio 2021

    Nel 2020 nella città metropolitana di Bologna si sono registrati 13.330 decessi imputabili a tutte le cause di morte, con un incremento di mortalità generale pari in termini assoluti a 1.487 unità (+12,6%). L’impatto della pandemia nel territorio metropolitano nel 2020 in termini di maggiori decessi è stato quindi più contenuto rispetto alla media regionale (+17,2%) e anche a quella nazionale (+15,6%).
    L’analisi dei decessi per mese evidenzia nel territorio metropolitano di Bologna una forte concentrazione nei bimestri marzo-aprile (+729 unità) e novembre-dicembre (+811): in questi quattro mesi si è infatti determinato un incremento di mortalità di 1.540 unità, che risulta addirittura più elevato dell’intera variazione annua.

    L’analisi a livello metropolitano delle variazioni dei decessi per classi di età evidenzia tendenze simili a quelle regionali. Fino ai 44 anni non si registra un impatto letale significativo della pandemia e i valori assoluti dei decessi sono quasi sempre inferiori ai valori medi del quinquennio 2015-2019 (-2 unità da 0 a 14 anni, +4 unità fra 15 e 24 anni, -5 fra 25 e 34 anni e infine -21 fra 35 e 44 anni). Nel territorio metropolitano si registra un valore della mortalità più contenuto rispetto alla media 2015-2019 anche nella classe da 45 a 54 anni (-17 decessi) e il segno si inverte a partire dalla classe 55-64 anni (+62 decessi). Molto pesanti appaiono anche nella realtà metropolitana gli effetti letali della pandemia sulla popolazione anziana (+133 decessi fra 65 e 74 anni, +321 fra 75 e 84 anni e infine +1.013 fra le persone in età superiore a 84 anni). Purtroppo la maggiore mortalità registrata nel 2020 fra le persone anziane spiega quindi il 98,7% della variazione negativa dei decessi totali avvenuti nel 2020 nel territorio metropolitano.

    Clicca qui per leggere lo studio completo “L’impatto della pandemia sulla mortalità generale in Emilia-Romagna e nella Città Metropolitana di Bologna nel 2020 e nei primi mesi del 2021”
    a cura di Gianluigi Bovini e Franco Chiarini

    (image @articular)

  • Stimolazione percettiva a tavola

    Mangiare un risotto è un’azione a noi semplice, automatica e spesso scontata nella quotidianità, ma per una persona con demenza mangiare quel risotto richiede uno sforzo attentivo che deve essere supportato adeguatamente, anche dal punto di vista ambientale. Ciò è dovuto alla comparsa di deficit percettivi, nelle persone con declino cognitivo, che si manifestano nella difficoltà di distinguere i colori. In particolare nel momento del pasto, se le stoviglie sono di un colore simile al cibo servito, la persona ha difficoltà nel riconoscerlo. Questo ne provoca un rifiuto o un rallentamento nella consumazione.

    In risposta a tale problematica Residenza al Parco ha introdotto l’uso di piatti colorati gialli e rossi, progetto coordinato e supervisionato dalla Psicologa dott.ssa Chiara Crovace.
    Questi colori aumentano il contrasto al fine di richiamare l’attenzione sulle pietanze e favorirne l’individuazione, inoltre la presenza di diversi colori “accesi” stimola l’interesse, migliora la presentazione del cibo e incoraggia anche l’appetito.

    Il momento del pasto oltre ad essere un bisogno primario, costituisce un valore familiare, sociale e psicologico altamente significativo, marca il tempo e divide la quotidianità in sequenze. Un approccio centrato sulla persona in questo contesto è fondamentale per contribuire al benessere degli ospiti.

  • Un drone alla CRA Nevio Fabbri

    Alla CRA “Nevio Fabbri” di Molinella (BO), gli anziani riprendono ad uscire. Dopo la vaccinazione anti Covid-19, pian piano si torna alla normalità e, complici le belle giornate di sole, le attività di animazione si svolgono nel parco della struttura, oggi Covid free e al pieno della sua capienza.
    Tra letture di giornale, discussioni su temi di attualità, canti e chiacchiere, c’è anche il momento della ginnastica all’aperto, per un pieno di benessere e salute. Con una novità: il volo del drone. Nel grande prato, il coordinatore Giuseppe Vito ha mostrato agli ospiti entusiasti, come si telecomanda un drone e a cosa serve. Al termine, hanno guardato insieme le foto scattate dal cielo, che li riprendono dall’alto.