• Pietro Segata intervistato da Americo Mancini a Sportello Italia Recovery, RAI RADIO 1

    Il 31 marzo scorso, il presidente di Società Dolce, Pietro Segata, è stato ospite del giornalista economista Americo Mancini, alla trasmissione radiofonica Sportello Italia Recovery, su RAI Radio 1.

    L’intervista ha posto l’attenzione sull’emissione di obbligazioni in Borsa da parte della cooperativa e l’ingresso dei fondi mutualistici CoopFond e General Fond come soci finanziatori di Società Dolce, ma anche sulla capacità di resilienza di un settore fortemente toccato dalla pandemia.

    Buon ascolto!

    Ascolta l’intervista

  • Il CAS “Casa di Lino” a Inviato Speciale, Radio RAI 1

    Tra i primi CAS, Centri di accoglienza straordinaria per i rifugiati ucraini, “Casa di Lino” di Società Dolce, a Loiano, è stata meta della trasmissione Inviato Speciale, Radio Rai 1, di sabato 19 marzo 2022.

    Dal minuto 8.30 in poi, a raccontare al giornalista Giancarlo Rossi come la cooperativa stia rispondendo all’emergenza, è Luciano Serio, coordinatore area Fragilità, accompagnato dalle testimonianze della nostra operatrice sociosanitaria Olena Ivandikova, aiutata dai colleghi a portare in Italia figlia e nipotini e di alcune ospiti del CAS.

    Buon ascolto!

    Inviato Speciale | Inviato Speciale del 19/03/2022 | Rai Radio 1 |d

     

  • Da Dubai “Seminar on Italian SMES”

    L’economia italiana si basa su una vasta rete di Micro, Piccole e Medie Imprese. Tra queste, ci sono molte aziende altamente innovative.

    “Seminar on Italian SMES”
    16 marzo 2022 | 14:00-16:00
    (ore italiane)
    Programma

     

    L’evento ha lo scopo di presentare 9 aziende italiane, operanti in diversi settori, che hanno in comune dimensioni limitate e una spinta all’ingegno.
    Tra i relatori, Pietro Segata – Presidente di Società Dolce – che presenterà ad ExpoDubai “Wey Dolce ER”, progetto realizzato in partnership con Infinityhub.

    Segui la diretta:
    16 marzo 2022 ore 14,00 (ore italiane) https://www.youtube.com/ItalyExpo2020

  • Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla

    In occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, istituita 11 anni fa, per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sui Disturbi del Comportamento Alimentare, abbiamo chiesto allo psicologo e psicoterapeuta del CAR Spazio Salute, Marco Lorusso, e alla psicologa, Francesca Sajia, di spiegarci cosa sono e come possono essere affrontati e curati, rivolgendosi a unə specialista.

    “Il Fiocchetto Lilla, simbolo della lotta contro i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), ha origine in America per sensibilizzare ed informare sulle maggiori cause e i loro devastanti effetti che i DCA determinano nell’individuo e nella famiglia e per diffondere la consapevolezza che queste patologie si possano oggi curare.
    Oggi i disturbi del comportamento alimentare rappresentano una delle più frequenti cause di disabilità giovanile e a essi si associa un rischio elevato di mortalità. La prevalenza dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa si aggirano rispettivamente intorno allo 0,9% all’1,5%, nel genere femminile, mentre in quello maschile le percentuali sono 0,3 per l’anoressia e 0,5 per la bulimia. Solo in Emilia-Romagna nei primi sei mesi del 2021 sono stati 1.570 i pazienti assistiti per disturbi alimentari, un numero non troppo lontano dalle 1.872 persone prese in carico lungo tutto il 2020 e dalle 1.886 dell’intero 2019.
    La prevalenza dei disturbi della nutrizione e della alimentazione nei giovani aumenta tra l’infanzia e la prima adolescenza, per questo è importante identificare quali siano le condizioni che favoriscono lo sviluppo di questi disturbi ben prima dell’adolescenza.
    L’eziopatogenesi dei disturbi dell’alimentazione è di tipo multifattoriale. Essi sono il risultato dell’interazione di fattori predisponenti (genetici, psicologici, ambientali e socioculturali), fattori precipitanti (diete restrittive e difficoltà psicologiche personali) e fattori di mantenimento (sindrome da digiuno e il rinforzo positivo dall’ambiente).

    L’emergenza pandemica ha avuto un forte impatto negativo sull’incidenza nella popolazione dei disturbi del comportamento alimentare con numeri di casi in consistente crescita, infatti molte persone che già soffrivano di questi disturbi hanno visto peggiorare il quadro sintomatologico, mentre per molte altre l’isolamento forzato negli spazi domestici nei lunghi periodi di lockdown ha contribuito all’insorgenza di un disturbo.
    L’insoddisfazione per la propria immagine corporea rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio e di mantenimento dei disturbi legati all’immagine corporea e all’alimentazione. La magrezza è uno strumento attraverso il quale i pazienti anoressici e bulimici riescono, allo stesso tempo, a evitare e a giocare, in un campo più ristretto e controllabile, il gioco della vita; il gioco della ricerca e della realizzazione di sé nei vari ambiti in cui le nostre ambizioni e le circostanze ci sfidano, a cominciare dall’amore e dal lavoro. Di fronte alla complessità della sfida, i pazienti con disturbi alimentari si ritraggono impauriti e concentrano tutte le loro energie sul controllo dell’aspetto corporeo e dell’alimentazione. Così l’aspetto corporeo, da mezzo che utilizziamo per vivere, comunicare, presentarci al mondo, diventa uno scopo, un fine in sé.

    Possiamo osservare come tutti i disturbi alimentari condividano il medesimo nucleo psicopatologico: un’eccessiva importanza attribuita al peso, alla forma del corpo e al controllo dell’alimentazione, caratterizzati da meccanismi comuni quali bassa autostima e perfezionismo . Studi recenti hanno evidenziato come anche il rimuginio e il controllo costituiscano importanti fattori di mantenimento per i Disturbi dell’Alimentazione.
    Evidenze cliniche e sperimentali supportano l’ipotesi in base alla quale il criticismo genitoriale è un fattore di rischio per lo sviluppo del perfezionismo patologico presente nei pazienti con disturbi alimentari, portando alla formazione del controllo ossessivo del peso e della forma fisica. Tale perfezionismo diventa una sorta di reazione all’estremo dolore provocato dalle critiche recepite, che a loro volta hanno stimolato, in individui

    poveri di risorse cognitive e di un sostrato familiare adeguato, lo sviluppo di un controllo o di un discontrollo sul cibo, sulla forma fisica e sulla fatuità del proprio essere.
    Diversamente dal perfezionismo patologico o dalla bassa autostima, il controllo si presenta non come un problema, bensì come una soluzione: il controllo del peso, del cibo e dell’aspetto corporeo attraverso la dieta, ed è rinforzato positivamente dalla sensazione di successo che si sperimenta quando si riesce a rispettarla, e negativamente dal timore di ingrassare. Il risultato è che, con l’intensificarsi della dieta, il peso decresce sempre più e il processo si autoperpetua. È per questo motivo che il bisogno di controllo nei disturbi alimentari diventa una necessità compulsiva, un vero e proprio obbligo. Tuttavia, sebbene la gestione dell’alimentazione e delle dimensioni corporee offra in un primo momento l’attrattiva di una qualche possibilità di controllo, alla fine li condanna a un’esistenza isolata e insana.

    Si tratta pertanto di disturbi gravi il cui inquadramento diagnostico si attua a livello ambulatoriale e prevede che il paziente venga valutato a livello clinico, nutrizionale e psicologico. È dunque importante rivolgersi a professionisti che si occupano specificamente di questi problemi. Questo permette di poter effettuare prontamente una corretta diagnosi differenziale e di ricevere indicazioni corrette sul trattamento psicoterapico da seguire. La terapia cognitivo-comportamentale ha lo scopo di identificare e modificare alcune modalità di pensiero problematiche che favoriscono la comparsa e il mantenimento della patologia alimentare, a imparare a gestire il sintomo e a sostituirlo con pensieri e comportamenti più adeguati e funzionali. Ha inoltre il preziosissimo compito di aiutare la persona che soffre di tale disturbo a conoscere le proprie emozioni negative e a gestirle non solo attraverso il cibo. In letteratura scientifica è stata ampiamente documentata l’elevata efficacia della terapia cognitivo-comportamentale tanto da risultare la tecnica di elezione per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare.”

    Dott. Marco Lorusso – Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
    Dott.ssa Francesca Saija – Psicologa

  • Giornata Internazionale della Donna nei centri diurni di Bologna e Parma

    In occasione della Giornata Internazionale della Donna, ricorrenza che cade oggi, 8 marzo, gli ospiti e gli operatori dei centri diurni per anziani, “Melograno”, “Monsignor Bonicelli” e “Bice Leoni”, gestiti da Società Dolce a Bologna e a Parma, hanno festeggiato e preparato alcuni lavoretti, scegliendo come protagonista la mimosa, simbolo di questo evento.

    La mimosa riesce a crescere anche in terreni difficili, caratteristica che la “accomuna” alle donne e al loro difficile e tortuoso percorso per raggiungere la parità di diritti e opportunità: sono infatti ancora tanti i passi da fare per raggiungere l’effettiva parità di genere ed eliminare gli stereotipi ancora diffusi persino tra i giovani.

    In questi ultimi anni, il raggiungimento della parità di genere è diventato un obiettivo prioritario per molte istituzioni: per le Nazioni Unite, tanto da inserirlo tra i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 (goal n.5); per l’Unione Europea, per la quale la parità di genere non può prescindere da investimenti in tema di istruzione, lavoro, leadership femminile, retribuzione e contrasto alla violenza.

  • Cascina Gatti

    La Comunità Socio Sanitaria “Cascina Gatti”, sita a Sesto San Giovanni in via Piazza della Chiesa, 33 è una struttura residenziale socio-sanitaria abilitata e accreditata per 9 posti. È rivolta a persone con disabilità di entrambi i sessi, in situazione di compromissione funzionale con limitata autonomia, richiedenti interventi sanitari non continuativi, interventi di assistenza e di sostegno nella vita quotidiana e che hanno necessità di sostituire, temporaneamente o definitivamente, il nucleo familiare. Garantisce agli ospiti interventi socioassistenziali, educativi-animativi, riabilitativi, sanitari, sostegno relazionale, opportunità di integrazione sociale, un clima di serenità e, ove possibile, stretti rapporti con la famiglia d’origine, la rete parentale, amicale e del volontariato.  

    La Struttura, posta in un antico borgo rurale e dotata di giardino, si sviluppa su due piani: al piano rialzato si trovano tre camere da letto a due posti, una camera da letto a tre posti, due bagni attrezzati per persone con disabilità, la sala da pranzo/soggiorno, la cucina e il locale lavanderia; al primo piano, al quale si accede tramite una scala all’interno dell’edificio, si trovano l’ufficio e il bagno degli operatori.