• Iscrizione nidi Bologna – posti calmierati 2023-24

    Le iscrizioni per i posti privati a retta calmierata del Comune di Bologna nei nidi d’infanzia Filonido, Le Ali di Alice e Marameo, per l’anno educativo 2023-2024, sono aperte dalle ore 10 del 16 marzo a tutto il 22 marzo 2023.
    Tutte le informazioni sono rese pubbliche nella rete civica iperbole del Comune di Bologna a questa pagina.
    In concomitanza con il periodo di apertura del bando comunale sono organizzati gli open day presso le strutture e gli incontri nei quartieri rivolti alle famiglie interessate.

    Per poter presentare una domanda di iscrizione è attivo un modulo on line al seguente link https://forms.office.com/e/sFSZBh8RNP

    A termine della raccolta sarà comunicato l’esito della graduatoria per l’assegnazione dei posti. Le richieste di iscrizione pervenute oltre i termini stabiliti sono ordinate in ordine cronologico. I posti che si liberano in corso d’anno sono assegnati ai bambini presenti nelle liste d’attesa.

    Per visionare il regolamento e i criteri di ordinamento specifici clicca qui.

    Per informazioni: 3371177466 – [email protected]

  • Integrazione delle persone con disabilità mentale: Spazio Rondine fa primavera

    Il centro educativo per persone con disabilità mentale Rondine diventa Spazio Rondine e cambia sede.
    Il nuovo spazio si colloca all’interno di un contesto altamente socializzante e aperto al territorio, qual è il Dopolavoro ferroviario di via Sebastiano Serlio, a Bologna.
    Tra campi da calcio, da bocce, centro sociale anziani, palestra, birreria, cinema all’aperto e location per le iniziative estive bolognesi, le persone seguite da Società Dolce, gestore del servizio, potranno sperimentare nuovi percorsi d’integrazione.
    Laddove di solito le persone affette da problemi psichiatrici vengono isolate in spazi chiusi e fuori dalla società, qui saranno integrati al territorio, grazie alla collaborazione tra il dipartimento di Salute Mentale dell’ASL di Bologna e il Terzo settore, con un’associazione di promozione sociale e una cooperativa sociale.

    All’evento di inaugurazione erano presenti l’assessore al welfare Luca Rizzo Nervo, il direttore del dipartimento di Salute mentale dell’ASL Fabio Lucchi, Carla Ferrero, vicepresidente di Società Dolce e la presidente del Dopolavoro ferroviario, Marzia Pasotti.
    “La cooperativa – ha detto Carla Ferrero – lavora nel campo della salute mentale dall’inizio degli anni Novanta. Da allora la risposta alla salute mentale è completamente cambiata, si opera sul budget di salute, con un’importante rivoluzione per i pazienti, ma anche per il gruppo di lavoro, che ringrazio tantissimo. Il cambiamento che i servizi hanno fatto nell’ambito della salute mentale non sarebbe stato possibile senza la loro elasticità e impegno. Siamo passati da un contesto stabile, con orario giornaliero dalla 8 alle 16 per una ventina di pazienti a settimana, a 150 persone a settimana, con attività non solo di gruppo, ma individuali, di accompagnamento, costruite sui bisogni del paziente.”

    Un percorso di cambiamento lungo e complesso, riconosciuto anche dall’assessore Luca Rizzo Nervo, che ha ringraziato per l’impegno nel campo della salute mentale in questi decenni e per la capacità di evolvere col cambiare dei bisogni: “Questo – ha detto – non è uno spazio per i pazienti, ma è uno spazio per la città, della città. La vulnerabilità e la fragilità non sono qualcosa che va nascosto, ma va al centro del nostro progetto di cittadinanza inclusiva.”
    Il dopolavoro, come ha ricordato la presidente Marzia Pasotti, esiste dal 1929 e oggi, con Società Dolce, apre gli spazi all’integrazione.

  • Inaugurazione Spazio Rondine

    Consorzio Indaco e Cooperativa Sociale Società Dolce sono lieti di invitarVi all’inaugurazione di SPAZIO RONDINE
    Intervengono:
    Luca Rizzo Nervo, Assessore Welfare, Nuove Cittadinanze e Fragilità, Comune di Bologna
    Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento di Salute Mentale-Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna
    Marzia Pasotti, Presidente Associazione Dopolavoro Ferroviario, Bologna
    Carla Ferrero, Vicepresidente e Responsabile Area Sede Socio-Sanitaria, Società Dolce
  • Il Sindaco di Bologna al Laboratorio E20

    Venerdì 3 febbraio il Sindaco di Bologna Matteo Lepore, in occasione della “Settimana nel Quartiere Santo Stefano”, ha visitato il Laboratorio E 20 gestito da Società Dolce. Si è anche fermato a pranzo e ha potuto apprezzare e degustare i tortellini fatti in casa con la pasta tirata a mano come una volta, cucinati da coloro che frequentano il Laboratorio quotidianamente.

    La delegazione che accompagnava il Sindaco era composta da Valerio Montalto – direttore generale Comune di Bologna, Stefano Brugnora – presidente di Asp, Annalisa Faccini – dirigente servizi coesione sociale di Asp, Maria Rosa Amorevole – presidente del Quartiere Santo Stefano, e Domenico Pennizzotto – responsabile Ufficio Reti Quartiere Santo Stefano. Ad accoglierli Carla Ferrero – vicepresidente Società Dolce e responsabile Area Sede Socio-Sanitaria, e Luciano Serio – coordinatore responsabile Settore Fragilità.

    Franco Canè, coordinatore del Laboratorio E20, ha fatto loro da Cicerone guidandoli in un tour della struttura: il giardino, il laboratorio di falegnameria, il laboratorio di sartoria, la sala computer, la sala usata per conferenze, seminari e corsi per uso interno ed esterno, la sala di ricreazione e lettura, la sala da pranzo e la cucina. La visita è stata l’occasione per illustrare come si è sviluppato il progetto in questi nove anni di gestione, con un metodo molto particolare, che ha dato ottimi frutti, basato soprattutto sulle relazioni con il vicinato. Con i negozianti e gli artigiani della zona, con la parrocchia, con le associazioni, circoli del quartiere in questi anni si è creata una rete solidale di mutuo aiuto che è maturata da sé. Tutto ciò ha incontrato apprezzamento da parte di tanti cittadini che ormai considerano il Laboratorio E20 una buona e utile risorsa. Le iniziative qui organizzate sono tantissime, due fra tutte: le pulizie del Parco Lunetta Gamberini nel progetto “Cittadinanza attiva” e la gestione di un orto didattico/condiviso negli stessi giardini.

  • La vita dei Sinti

    Il 27 gennaio presso il Quartiere Borgo-Reno, in occasione della Giornata della Memoria in ricordo della Shoah (in lingua Sinti: Porrajmos), in cui si ricorda lo sterminio di milioni di persone (tra cui 500.000 vittime tra Sinti e Rom) è stata allestita una mostra con le foto di Emiliano Medardo Barbieri nelle aree di sosta di Savena e Borgo Panigale. La presidente del Quartiere Borgo-Reno Elena Gaggioli ha partecipato insieme alla vicepresidente Barbieri e al consigliere La Manna. Il fotografo ha presentato la mostra. Una signora Sinti, Susy Debar del campo di Borgo Panigale, ha portato le sue foto e illustrandole ha raccontato la storia della sua famiglia. Si è sviluppato un breve ma significativo dibattito. E’ intervenuta Antonella Gandolfi referente regionale dei servizi rivolti a rom e sinti. L’équipe operativa nei campi di Società Dolce e Open Group è stata presente per tutta la durata dell’evento e ha accolto i cittadini e i Sinti accompagnandoli lungo lo spazio espositivo per condividerne il significato e per rispondere a domande e curiosità. Questa mostra è stata un momento di riconoscimento e condivisione della realtà Sinti, attraverso delle foto che un libero cittadino ha deciso di fare, volendo conoscere la comunità e cercando di rappresentarne la dignità, attraverso i suoi scatti, per costruire insieme un percorso di memoria fotografica di spazi, persone, emozioni.


    (La memoria della persecuzione nazifascista dei Sinti è documentata con diversi video su  https://porrajmos.it)

    La mostra ha ospitato in un unico contesto due racconti differenti: quello del fotografo Emiliano Barbieri, che con le sue foto aveva l’intenzione di andare oltre le immagini stereotipate dei campi Sinti, e quello di una signora residente in un’Area Sosta, che aveva la volontà di trasmettere la storia e i trascorsi della propria famiglia e  comunità tramite le foto appartenenti a suo padre.
  • Lavorare con la fragilità

    Mercoledì 25 gennaio 2023 si è svolta l’Assemblea del Settore Fragilità della Cooperativa sociale Società Dolce.
    Ha avviato l’assemblea Carlo Brighi presentando il programma della mattinata; Lucio Serio ha ringraziato tutti per i risultati raggiunti e per il grande impegno profuso nel lavoro. Ha raccontato di come questo settore negli anni si sia ampliato, diventando una parte sempre più importante della Cooperativa e di come si sia evoluto e abbia dimostrato di affrontare con successo molte sfide, anche difficili, così come è all’altezza di superare quelle presenti e quelle future. Ha proseguito Chiara Roccatagliata, che ha parlato del valore della comunicazione in questo lavoro, rilevando che la sua funzione è diventata indispensabile per migliorare tutti i servizi e, a questo proposito, presto verrà formato un gruppo di lavoro specifico con lo scopo di creare una comunicazione efficace e incisiva al servizio del settore. Alessio Folli ha illustrato i nuovi cambiamenti a riguardo dell’informatizzazione dei servizi che serviranno a classificare sempre più e sempre meglio i dati utili al lavoro, così da avere risposte più chiare e precise per realizzare rapidamente ed efficacemente gli obiettivi prestabiliti.

    Margherita Chiappa ha condiviso quanto è stato fatto durante l’Assemblea estiva a Monte Sole e ha ricordato le parole chiave che avevano contraddistinto quella giornata: responsabilità, fiducia , motivazione e consapevolezza.
    Il programma dell’assemblea è proseguito con la divisione dei presenti in quattro gruppi distinti, ognuno dei quali ha avuto il compito di discutere su un argomento specifico, un “focus” su cui  riflettere e dibattere per  trarne delle idee utili nel lavoro. Si sono condivise opinioni su eventuali nuovi percorsi da progettare e sviluppare insieme in futuro. I gruppi si sono focalizzati sui seguenti servizi: Il servizio Pris (Pronto intervento sociale). I servizi riguardanti l’Abitare. I servizi rivolti alla Gea (Grave emarginazione adulta) e i servizi rivolti a Minori e ai Migranti.

    Riassumere in poche parole quello che è emerso è un impegno piuttosto arduo. Tutti i gruppi però hanno puntualizzato che la formazione specifica sul proprio servizio deve aumentare, in modo da poter  gestire il lavoro con più professionalità. Ridurre l’avvicendamento del personale garantirebbe la formazione di gruppi di lavoro più stabili e duraturi e quindi più efficienti. Lavorare con le persone senza dimora non è solo soddisfare i bisogni primari ma cercare  una via di uscita dalla condizione di disagio. Nell’ipotetico tragitto che una persona può fare per arrivare ad un lavoro e a una casa dalla strada ha necessità di trovare un ambiente umano e familiare, anche in un centro di accoglienza, in un dormitorio, in un centro diurno o in un’alloggio di transizione ed è proprio su questo su cui si deve lavorare di più. Oltre a ciò sono state fatte riflessioni su due gruppi molto vulnerabili: i minori e i migranti che necessitano soprattutto di progetti formativi efficaci e concreti. Ampliare gli orizzonti uscendo dagli schemi abituali per trovare per nuove soluzioni ai problemi che man mano si presentano! Arrivederci al prossimo incontro!

  • Raffreddori ed influenza? Cosa mangiare e cosa evitare

    Dopo la parentesi COVID-19, i classici raffreddori ed influenze stagionali sono tornati. E le restrizioni dovute alla pandemia ci hanno reso sicuramente più suscettibili. Il rostro sistema immunitario è in pratica “regredito”, in assenza di un’esposizione costante ai virus, i livelli anticorpi sono calati.
    Allora quali regole seguire? 
    Prima regola: idratarsi costantemente e bene (1 bel bicchier d’acqua ogni 1,5-2 ore). Il buon brodo della nonna, meglio se vegetale, ricco di minerali e vitamine, aiuta a prevenire la disidratazione e liberare le vie nasali (se bevuto caldo).
    Fibre, tante fibre, carboidrati e yogurt per sostenere al meglio la funzionalità del microbiota intestinale, direttamente responsabile del benessere generale e dell’azione immunitaria. E poi, come scordarsi della vecchia e cara vitamina C, un antiossidante playmaker del nostro organismo, di cui la frutta di stagione ne è ricca (arance, limoni, kaki, kiwi, broccoli!). Ma cosa evitare (durante tutto l’anno)? Tutto ciò che non fa parte di una dieta sana ed equilibrata (alcolici, cibi processati, fast-food), perché stare in forma tutto l’anno ci prepara ad affrontare l’indebolimento fisico dei mesi invernali e a prevenire gli attacchi influenzali.
  • Bando di Servizio Civile Universale

    Il Servizio Civile Universale è un’esperienza di impegno a favore della comunità che si realizza attraverso delle attività da svolgere per un anno all’interno di un ente pubblico o privato non profit. Possono partecipare tutti i giovani tra i 18 e i 29 anni non compiuti con cittadinanza italiana, europea o extracomunitaria (in regola con il permesso di soggiorno).

    Fino al 20 febbraio 2023 è possibile candidarsi a una delle tantissime posizioni offerte dall’associazione SCUBO. Un anno al servizio della comunità e maturare competenze certificate, un assegno da 444 € e un impegno di 25 ore di servizio per 5 giorni a settimana.

    Questi progetti sui servizi di Società Dolce a cui candidarti:
    Sicurezza e Qualità della vita per anziani e i loro familiari.
    Donne e minori: creare nuove consapevolezze.
    Stiamo vicino ai bambini più piccoli per accompagnarli nella crescita.
    Sicurezza e Qualità della vita per anziani e i loro familiari.
    Sostegno, inclusione, diritti: qualità della vita per le persone con disabilità.
  • LABORATORIO SUL Pr.I.S. ALL’UniBO

    Dal 21 ottobre al 2 dicembre, ogni venerdì, si sono svolte le sette lezioni del “Laboratorio sul ruolo del Servizio Sociale nella gestione delle emergenze” tenuto presso UniBO. E’ il secondo anno che si tiene il Laboratorio, ma mentre nell’anno accademico 2021/2022 la partecipazione degli studenti era stata principalmente da remoto quest’anno è stato possibile ripristinare gli incontri in presenza, garantendo maggiore possibilità di interazione. La partecipazione è stata importante, in alcune lezioni si è superata la cinquantina di studenti e studentesse dei corsi di laurea in Servizio sociale triennale e in Sociologia e Servizio Sociale magistrale.

    Ha coordinato le lezioni il professore Gabriele Mannella insieme al dottor Carlo Brighi Coordinatore del Servizio di Pronto Intervento Sociale (Pr.I.S.) gestito da Società Dolce. Durante gli incontri sono stati spiegati il senso e la funzione di questo “pronto soccorso sociale” che è attivo dal 2012 sul territorio della Città Metropolitana, 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno.
    Il Pris interviene per sostenere le fasce più deboli della popolazione: minori, donne maltrattate, anziani, disabili, adulti e nuclei familiari in condizioni di abbandono e disagio estremo.

    Ma che cos’è un’emergenza sociale? È un bisogno che non può attendere, non si può rimandare, si tratta di soddisfare un’esigenza improcrastinabile perché connessa a bisogni primari di sussistenza. Per esempio: il ritrovamento di un anziano solo in stato confusionale o di un minore privo di riferimenti genitoriali, una collocazione d’urgenza per un senza dimora a rischio di assideramento perché privo di un luogo in cui ripararsi o per una donna vittima di maltrattamenti, una famiglia evacuata da un edificio per un crollo e via di seguito. Grazie al Pr.I.S. vengono garantite una reperibilità ed una risposta qualificata negli orari di chiusura dei servizi sociali territoriali. L’attuazione degli interventi deve essere rapida ed efficiente seguendo le opportune procedure con puntualità pur restando nell’emergenza. Il Pris lavora in contesti problematici e situazioni difficili ma deve mantenere sempre alto il livello professionale. E’ un servizio che può essere attivato solo su richiesta delle Forze dell’Ordine, dei Presidi Ospedalieri e dei Servizi di prossimità.

    Durante gli incontri è stato trattato il tema della violenza di genere, fenomeno purtroppo molto diffuso nel nostro Paese, in cui avviene un femminicidio ogni tre giorni. E’ da solo vent’anni che la legge154 prevede l’allontanamento del familiare violento e misure di protezione per le donne maltrattate. Uno dei compiti del Pris è proprio quello di reperire, possibilmente tramite le associazioni antiviolenza, una collocazione protetta e a indirizzo segreto dove permettere a donne e minori vittime di violenza di allontanarsi dal pericolo.

    Il Pronto Intervento Sociale lavora sempre in connessione con tutta l’area di Coesione Sociale che a Bologna è ampia e articolata. Una rete ben rodata che include tutti i servizi di Asp e non solo: i Servizi di Prossimità, di Bassa Soglia e di Accoglienza.
    Una delle lezioni è stata dedicata al tema dei minori stranieri non accompagnati il cui arrivo sul territorio si caratterizza come un fenomeno in crescita negli ultimi tempi, solo a Bologna nel 2021 ne sono arrivati circa 530. Al fine di tutelare i minori occorre che questi siano presi in carico nel Comune dove vengono rintracciati.
    Il Laboratorio ha inoltre avuto la possibilità di ospitare relatori esterni al Servizio Pr.I.S. di Bologna: Mauro Spadotto da Venezia e Andrea Mirri dalla Toscana, che hanno portato in Aula la storia dei servizi del Pronto Intervento Sociale nei loro territori di provenienza. Il Pris è infatti è nato grazie alla legge 328/2000 ed è ormai diffuso in tutta Italia, ogni città lo modula secondo le esigenze locali pur mantenendo le linee guida della legge.

    Nell’ultima lezione sono intervenuti gli ispettori della Polizia Locale Simone Faldella e Alessandro Tartari che hanno raccontato alcuni esempi del loro lavoro in cui la collaborazione col Pris è stata fondamentale per risolvere problemi in cui le decisioni devono essere prese in pochissimo tempo.
    Appare evidente oramai che il Pronto Intervento Sociale ha assunto un ruolo importante nella rete territoriale bolognese, così da entrare a pieno titolo nelle materie di studio dell’Università e configurandosi come un “Osservatorio ” importante che negli anni futuri seguirà un ulteriore sviluppo ed evoluzione.

  • Al Beltrame si parla di “Donne senza dimora e violenza”

    Nell’ambito del convegno “Donne senza dimora e violenza” – organizzato dall’associazione MondoDonna Onlus, capofila dei progetti Out of Shade e Shelt(h)er – il 28 novembre si è svolto un laboratorio di approfondimento presso il centro di accoglienza Beltrame. Hanno partecipato una quindicina di donne rappresentanti di strutture di accoglienza, centri anti-violenza, centri di ascolto e laboratori di comunità di Bologna e Reggio Emilia.
    La discussione ha spaziato su molti temi. La protezione delle donne senza dimora si concretizza in posti dedicati in cui esse possano elaborare il proprio vissuto di violenza. Case rifugio, Case famiglia e Comunità: luoghi in cui le donne abbiano uno spazio e in cui possano socializzare, se lo vogliono. La volontà di aderire da parte loro è molto importante. Sono persone che non sono abituate ad avere i propri spazi intimi in cui stare da sole, e neanche ad avere un luogo dove aprirsi e condividere.
    La protezione intima viene ancor prima della protezione fisica. Il tutto deve svolgersi senza forzare nulla e bisogna dar loro spazio e tempo perché si sentano a proprio agio in un percorso di guarigione dai propri traumi e di uscita dalla loro condizione, procedendo a gradi verso la propria autonomia. È importante preparare l’equipe con strumenti adeguati ad affrontare le situazioni più delicate: per esempio le donne con dipendenze o problemi di salute mentale. Le strutture offrono tempo, spazio e sensibilità con anche l’obiettivo di stimolare una rete di mutuo aiuto fra loro per sostenersi vicendevolmente. L’approccio verso questo tipo di problema deve essere professionale non dimenticando però la vicinanza emotiva. Per questo è necessaria una formazione appropriata che affronti il problema in tutte le sue le sfumature.
    La discussione si è conclusa con l’auspicio che si crei un Osservatorio apposito che inquadri il fenomeno e lo studi accuratamente.